La nascita del primo Cocktail: a quando risale?

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Sarà capitato a tutti di ragionare sul termine “Cocktail” una volta nella vita.
Da dove proviene? E chi è stato il suo ideatore?

Sfogliando i testi storici, come il Vocabulary of the (1948) si legge che nessuno è riuscito nel tentativo di svelare il mistero del cocktail. La sua etimologia e il significato primario restano un segreto, ma qualche indizio della sua origine lo abbiamo trovato.

L’America di fine Settecento, dove si inizia a bere “cocktail”

Le testimonianze più antiche sono quelle legate al Colonnello Carter, durante la Revolutionary War a Culpeper nello Stato di Virginia.
Ribattezzò “cock tail” il fondo della spina che gli avevano servito nella taverna-pollaio Cock and Bottle e che aveva appena buttato a terra per il disgusto.

L’ultima porzione, la “coda” o feccia uscita dalla spina o rubinetto allora definito “cock”, in modo volgare e dall’ambiguo doppio senso.

Il Colonnello decise di crearsi il suo “cocktail” da solo, un mix di gin olandese, scorza di limone, bitters e zucchero. Nasceva così la “coda di gallo”?

Nascita del Cocktail

Un’altra versione vuole che New Orleans sia stata la patria del cocktail. Si narra infatti che Stanley Clisby Arthur potrebbe essere stato il primo a mettere nero su bianco la storia del cocktail. Nel 1937 pubblicò il suo Famous New Orleans Drinks and How to mix ‘em, in cui attestava che il farmacista Antoine Amedéé Peychaud serviva un miscuglio di brandy-bitter in un portauovo che verso la fine del Settecento è diventato il cocktail stesso!

Il cocktail è stato centrale nella cultura del Jazz, quindi anche questa versione è plausibile. La verità è che il termine cocktail è entrato a far parte della cultura statunitense e poi mondiale dai primi dell’Ottocento. Tra le prime testimonianze troviamo, nel 1806, il termine all’interno del periodico The Balance and Columbian Repository di Hudson.

Cos’era e cos’è un cocktail

La miscelazione degli ingredienti di un drink viene definita “Cock tail”. Un liquore stimolante, invece, composto di alcolici di vario tipo, zucchero, acqua e bitter, volgarmente definito a “bittered sling”. Una pozione in grado di rendere il cuore forte e audace e di ammorbidire la testa.

Cocktail

Nel tempo, molte volte l’arte di miscelare i drink è stata utilizzata nei contesti politici, durante l’Ottocento, e spesso si insinuava che associare cocktail e discussioni governative fosse la normalità nel Sud degli States: bevuti di mattina, prima di prendere decisioni importanti.

Eppure, nel tempo, i cocktail si sono trasformati in un simbolo di piacere, lusso, trasgressione nel Proibizionismo, sono stati associati anche all’arte e alla cultura (i celebri cocktail di Hemingway o l’assenzio di Baudelaire), e ai contesti della musica rock, negli ultimi decenni.

L’arte della miscelazione in 200 anni ne ha fatta di strada e, ad oggi, bere un ottimo cocktail significa soprattutto… sapere bere!

 

Al prossimo articolo!

{Il Barman.}